L’opera di Marta Primavera e di Cristina Pancini è parte di un ciclo più complesso costituito da una serie di tre trittici fotografici che, montati su light-box, illuminano se stessi assecondando il gioco costituito dal titolo VEGLIE. Si tratta di tre serie fotografiche autonome e al tempo stesso collegate tra loro da un intreccio di figure archetipiche e mitiche: evocazioni di culture mediterranee e orientali, di storie da circo che parlano il linguaggio universale del sogno, dei miti o delle favole.
Figure sempre presenti nel nostro immaginario, la figura femminile sui trampoli, l’uomo alla ricerca di un possibile ma straniante contatto con lei e il cavallo, come elemento esterno e simbolico di questa coppia, sembrano essere tornati da lunghi viaggi nel tempo e nello spazio, ponendoci interrogativi sulla durata della loro forza evocatrice, sulla loro eterna attualità e sulla rappresentabilità del reale.
Affinché tutto resti semplicemente un gioco: un gioco di linguaggio e di tecnica fotografica, dove, come in un riflesso, si sprigionano poesia e bellezza, il trittico ci racconta una microstoria che nello spazio di tre fotogrammi attinge ad un’ambientazione paesaggistica e ad un immaginario che appartiene al duo ma che è anche profondamente condivisibile.
Il tema principale della ricerca riguarda la rivelazione di un immaginario “al femminile”, condotta tramite una delicata analisi dei passaggi che ne definiscono l’identità e si svolge lungo una carrellata di ritratti immaginari di donne che nella forza evocativa degli splendidi colori che indossano o di quelli cristallini di una natura rifiorita, offrono la forza della loro spiritualità.
Fine ultimo delle artiste è il battito leggero e la fragile esistenza delle cose, delle relazioni tra uomo e donna e della mutevolezza della luce sui colori: un misterioso gioco tra forme e simboli, tra immagini e pensieri che provoca uno spostamento e una continua rimozione della realtà.
Nel loro lavoro artistico, le due giovani artiste aretine sanno liberare ogni spinta creativa e sperimentano tutti i mezzi espressivi: dalla fotografia, alla scultura, dall’illustrazione alla pittura o alla performance, stimolata da una cultura girovaga ed eclettica che concede loro la libera manifestazione di se all’interno di un lavoro che deve definirsi corale. È proprio in questa luce che il femminile e la natura intorno diventano la narrazione di un momento particolarmente felice della loro carriera.
Matilde Puleo
VEGLIE
Cristina Pancini – Marta Primavera
a cura di Matilde Puleo
venerdì 3 agosto 2007
ore 19,00