fatto puramente egoistico

Giugno 21, 2017

L’installazione site specific di Vittorio Cavallini (Lucca 1973), riempie lo spazio espositivo di piante infestanti, al fine di meditare sul ruolo della specie umana nel pianeta Terra.

Suggestionato dall’idea della progressiva scomparsa della specie umana, il progetto a cura di Matilde Martinetti, sembra assegnare alla natura il compito di riassorbire l’uomo nel posto che gli compete. Riflessioni queste che Vittorio Cavallini conduce già da tempo, ma che hanno trovato conferma sia nell’osservazione dei paesi abbandonati dall’uomo (puntualmente ripresi dalla natura), sia dalle potenzialità espressive di MEGA+MEGA.

Come spazio non praticabile dall’osservatore, ma di notevole visibilità, collocato in un contesto storico e geografico estraneo alla presenza di una simile vegetazione, lo spazio espositivo del centro d’arte chiede al pubblico di trasformarsi in spettatore di un possibile e imminente quanto tragico destino. Prima ancora di trovarci davvero in procinto di scomparire sotto la forza materiale della natura, sapremo correre ai ripari?

Alimentando riflessioni che coinvolgono questioni complesse come quelle del libero arbitrio, la vetrina sarà trasformata in una specie di “teca da museo naturale”, da cui si potrà ammirare, giorno dopo giorno, la crescita di un verde spontaneo costituito da quelle piante erbacee solitamente non caratteristiche di contesti educati ed organizzati. L’opera che si modificherà nel tempo, cambiando giorno dopo giorno forma ed estensione, pretenderà per sé uno spazio sempre più grande, fino a raggiungere il massimo della concentrazione. La saturazione, garantita da piante dalla crescita velocissima, sarà la logica conseguenza. Una conseguenza che offrirà pochissimo spazio alla negligenza  umana e ai perditempo in genere.

È grazie a questo meccanismo ad orologeria, che trovare soluzioni ecologiche planetarie e altamente condivisibili sembrerebbe pressante. Allo stesso tempo, tuttavia, il senso di ineluttabilitá che trapela dal lavoro induce un sentimento di deresponsabilizzazione nell’uomo, trasformando così l’installazione in una sorta di giustificazione utile a declinare qualsiasi responsabilitá per ridursi, alla fine dei conti, ad un “fatto puramente egoistico”.

 

L’inaugurazione della mostra sarà preceduta da un incontro dibattito con il pubblico, organizzato alle ore 17,00 presso la sala conferenze della Galleria comunale d’arte contemporanea di Arezzo (piazza San Francesco, 4), cui parteciperanno, oltre all’artista, il curatore della mostra Matilde Martinetti e il direttore artistico di “Mega+Mega” Matilde Puleo.

 

 

 

Vittorio Cavallini, vive e lavora a Montopoli Val d’Arno (PI).

Diplomato in scultura all’accademia di Belle Arti di Firenze, partecipa a “Networking – la città della gente”, workshop con l’artista Bert Theis a cura di Marco Scotini a Monsummano Terme e al workshop con Jens Hoffmann “The Artist as Curator and Curator as Artist” a cura di Maurizio Bartolotti e Marco Scotini a Milano.

Principali mostre collettive recenti:

2008 , Junkbuilding, Triennale Bovisa (a cura di Davide Giannella e Maria Chiara Piccioli); Per adesso noi siamo qua, Villa Romana, Firenze (a cura di Lorenzo Bruni)

 

 

 

FATTO PURAMENTE EGOISTICO  fa parte del progetto mushROOM – Germinazioni d’arte contemporanea, dove artista e critico pensano ad una installazione che non si limita ad essere solo site specific. Considerando ausiliaria la valenza dell’opera, l’artista è chiamato a rispondere della propria creatività e talento produttivo. Una collettiva dilatata nel tempo, che presenta gli artisti singolarmente, ricomponendosi in idea unitaria grazie all’idea di base, che ha come filo conduttore la re-invenzione dello spazio espositivo, da intendere come elemento strutturale del lavoro.

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