SCORDATI CHE DEVI MORIRE/RICORDATI CHE DEVI VIVERE/CHIEDI AI POPAPOLI
Spiacenti! Se pensavate di trovarvi davanti un teschio, una candela consumata, una clessidra vuota, comprendiamo la vostra delusione ma tutto sommato avete davanti qualcosa di ben più concreto rispetto all’iconografia della morte. Qualcuno di voi si può infatti dimenticare in questo momento storico di dover morire? No di certo. Il problema urgente da affrontare è un altro: in quanti si accorgono di come stanno vivendo? Ecco perché lo specchio che avete davanti non rimanda la vostra immagine esterna ogni giorno più rugosa o plastificata a seconda dei casi, ma la vostra immagine interna. Non avete che da scegliere, Loro sono lì apposta, potevano essere più numerosi, sicuro, qualche decina, centinaia, anche qualche miliardo, uno per ognuno di noi, ma non è questo il problema, la complessità umana a volte è talmente semplice che basta qualche categoria per riassumere tutto, infatti, avete già trovato quello che vi rappresenta vero? Loro sono a vostra disposizione, passivi, pallidi, mal cuciti, le espressioni abbozzate non convinte, bulimici, anoressici, con in testa idee abiette e pruriginose, c’è qualcosa di marcio in Loro che vi attira eppure non sapete cos’è, o fate finta di non sapere. Semplice, è la voglia di trasformare voi stessi o gli altri in pupazzi, in esseri inerti a disposizione del vostro o dell’altro potere in base all’umore del momento o alle disposizioni naturali. E’ questa la parola chiave, Potere, che si lega al volere in maniera più o meno subordinata. In questo momento Loro vogliono essere voi ed è questo che gli dà il potere di rappresentarvi. Avete paura? Non è il caso, veramente, le cose si complicherebbero troppo tirando dentro emozioni di questo tipo, perché se Loro sono voi allora la paura di voi stessi vi porterebbe al massimo da qualche analista o da un prete, da una puttana o allo stadio, non molto lontano purtroppo, perché sarebbe interessante riflettere veramente sulla paura che si subisce e su quella che si incute, ma in quanti lo fanno? Vi scappa da ridere, sono buffi? Fate pure, ma mentre vi divertite pensate che Loro stanno facendo lo stesso, vi guardano impegnati a pianificare la salvezza per domani dimenticandovi che siete vivi oggi. La preparazione all’aldilà non migliora le cose, le distorce, crea discrepanze, presuppone tempo e c’è chi non ne ha. Forse una riflessione più immediata, sul nostro ruolo di pupazzi, qui ed ora, è cosa più razionale da fare e punto di partenza per iniziare a prendere coscienza di ciò che c’è da aggiungere e da togliere. E’ proprio dai pieni e dai vuoti, dalle difformità, dall’evidenziarsi dei ruoli che iniziano le differenze, è da qui che alcuni diventano pupazzi e altri manovratori.
Titolo: CHIEDI AI POP-UPOLI
Periodo mostra: 23 settembre / 22 ottobre 2006
Orario: continuato
artisti: MOP + Alias